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5 film da vedere sulla linguistica

Sei un amante della glottologia? L’esame di linguistica generale ti sembra uno scoglio insormontabile? Ti piacciono le lingue e vorresti capire meglio come funzionano? Questi 5 film sulla linguistica sono proprio quello che ci vuole, in tutti e tre i casi.

Tolkien (2019): la creazione delle lingue

Tutti conoscono il nome di Tolkien. Uno degli scrittori più brillanti dello scorso secolo non può certo passare inosservato. Alzi la mano chi non ha mai visto, letto o almeno sentito parlare de “Il signore degli anelli”! E non ho dubbi sul fatto che le mani siano ancora ben ancorate al mouse o al cellulare. Quello che forse non tutti sanno è che Tolkien fu un notevole glottoteta, ovvero si divertiva a creare lingue inventate. Così, puramente per diletto. Ed è proprio grazie alla creazione di queste lingue che ha imbastito il famoso mondo fantasy che tutti conosciamo: per dar loro un modo per vivere ed essere parlate attraverso i suoi manoscritti. Nel film diretto da Karukowski si approfondisce con estrema intelligenza questo aspetto della vita di Tolkien, potendo guardare il giovane scrittore nell’arco della sua vita, tra collegi, università e primi amori, ma anche tra guerra, bombe e morte. Tolkien è uno di quei film che ti lascia una sensazione di tenerezza e stupore, con una regia coinvolgente e ottime scenografie. La linguistica è una piacevole spezia in una biografia davvero avvincente e ben fatta.

Arrival (2016): gli alieni e la relatività linguistica

Di film in cui arrivano degli alieni che parlano una lingua diversa dalla nostra ce ne sono molti, ma solitamente questo impedimento comunicativo viene “risolto” attraverso escamotage di trama non troppo convincenti: gli alieni in realtà parlano anche le lingue umane, oppure sono dotati di dispositivi di traduzione istantanea. O ancora semplicemente non ci si pone neppure il problema linguistico, bypassandolo senza pietà. In questo, indubbiamente, Arrival è diverso. Basandosi sulla nota, e controversa, ipotesi Sapir-Whorf, viene chiamata una linguista per provare a interpretare lo strano linguaggio degli alieni sbarcati sulla Terra. Un film notevole da un punto di vista fantascientifico, particolarmente godibile sia dai linguisti, sia dai non addetti ai lavori.

L’incredibile storia dell’isola delle rose (2020): l’esperanto

L’esperanto, lingua ausiliaria internazionale creata da Zamenhof alla fine dell’800 ha avuto una certa centralità nell’ambito dello studio delle lingue pianificate e nell’eticità di una possibile lingua franca universale. Quello che però forse non tutti sanno, è che è stata, per un breve periodo, anche la lingua ufficiale di uno Stato. In questo film che ripercorre in modo romanzato la strana storia della fondazione dell’Isola delle rose, emerge anche questa scelta linguistica: l’isola doveva essere un luogo accogliente per persone di ogni nazione ed etnia e quindi cosa poteva essere più adeguato di una lingua ufficiale che tenesse conto dell’importanza della comunicazione internazionale?

Il primo re (2019): il protolatino

Un film con una fotografia spettacolare che spicca per una caratteristica linguistica di cui è difficile non accorgersi: i dialoghi sono interamente in protolatino. Si narra della leggenda di Romolo e Remo e della storia della fondazione di Roma. Vengono infatti descritti i meccanismi dei piccoli villaggi pre-romani che hanno poi fondato la capitale che tutti conoscono. Luca Alfieri, docente di Linguistica, ha ricostruito quello che può essere definito un protolatino. Quello che infatti ci è giunto attraverso gli scritti classici, non era di certo il latino parlato dalle tribù autoctone. Per farlo, Alfieri si è avvalso delle fonti più antiche del latino, contaminandole con alcune radici dell’indoeuropeo ricostruito, per distanziarlo ulteriormente dal latino classico. Di certo si tratta più di un esercizio stilistico fantasioso, ma può fortemente far riflettere sulla verità delle lingue antiche, che erano sicuramente molto distanti rispetto a ciò cui siamo abituati a fruirne.

Il professore e il pazzo (2019): la nascita di un dizionario

Il professor James Murray viene ammesso dalla Oxford University Press nella commissione incaricata di redigere l’Oxford English Dictionary, un imponente vocabolario in grado di elencare ogni termine della lingua inglese e di spiegarne etimologia e variazioni di significato. L’opera è stata iniziata vent’anni prima, ma portarla a termine è difficoltoso perchè la lingua cambia molto velocemente e si tratta di un lavoro mastodontico. Murray allora lancia un appello al popolo inglese: chiede che chiunque lo desideri di inviare alla commissione una cartolina postale recante una parola con la spiegazione. L’aiuterà nell’impresa un uomo considerato pazzo dai più. Questo film, oltre ad avere una trama estremamente immersiva e a tratti toccante, pone l’accento su uno degli aspetti linguistici fondamentali: la lingua cambia di continuo e per tenersi aggiornati non basta affidarsi alle vecchie grammatiche.

Veronica Repetti
About author

Laureata in Lettere e in scienze linguistiche, attualmente frequenta il corso di laurea in Logopedia. Vuole essere il collegamento tra questa materia così specialistica e la realtà di ognuno di noi. Con lei ti accorgi che non bisognerebbe mai dare le parole per scontato.
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