
L’ansia è uno stato mentale che spesso si attiva quando pensiamo di non essere in grado di far fronte ad uno stimolo. Tutti almeno una volta nella vita abbiamo vissuto un’esperienza di questo tipo.
Ansia “positiva” e “negativa”
Ciò che ignoriamo è che l’ansia è un’arma a doppio taglio. Non sempre è un sentimento spiacevole. Essa assume una connotazione positiva nei momenti in cui spinge verso l’organizzazione, la concentrazione e la preparazione in vista dell’evento che ci angoscia, restituendoci il controllo della situazione. Diventa invece disfunzionale in tutti quei momenti in cui paralizza e ostacola l’azione, compromettendo le performance del soggetto in questione. Una forma d’ansia disfunzionale molto comune è l’ansia da prestazione, che il più delle volte coinvolge gli studenti in vista di verifiche ed esami universitari. Essa racchiude il timore del giudizio, la sfiducia nelle proprie capacità e la paura di fallire di fronte ad uno sguardo esterno che ci esamina attentamente.
La paura di fallire ne aumenta il rischio
È interessante notare come la paura di fallire alimenti esponenzialmente il rischio che questo accada effettivamente. L’ansia da prestazione scolastica infatti è spesso correlata a sintomi fisici quali vuoti di memoria, crisi di panico, pianti, mal di stomaco o insonnia, fattori che incidono profondamente sulla buona riuscita di una prova. Inoltre essere sottoposti ad un forte stress e ad un’angoscia sproposita rende più propensi all’errore e alla possibilità di incappare in qualche lapsus o svista.
Cosa si può fare concretamente?
Ciò che concretamente si può fare affinché l’ansia non diventi un ostacolo è ridimensionare la grandezza di ciò che ci sta accadendo. Nonostante all’interno del contesto scolastico il voto rappresenti un marchio inciso sulla pelle, nella vita reale non ha la stessa valenza. Esso infatti si limita ad essere la valutazione di una performance e non il dato che quantifica il valore di un individuo. A volte allargare la nostra visione ci permette di quantificare effettivamente la grandezza e la problematicità di un ostacolo.
Il marchio del voto
L’elevato numero di studenti che si è trovato a sperimentare ansia da prestazione scolastica non può passare inosservato. È un dato profondamente significativo che porta a riflettere sulle cause e la natura del fenomeno, il più delle volte radicate all’interno dello stesso sistema scolastico. Il grande equivoco sta nel credere che la scuola si limiti ad una corsa al voto anziché alla possibilità di costruirsi un bagaglio culturale utile ad alimentare il proprio senso critico e arricchire la riflessione. Si è troppo intimoriti dal giudizio della valutazione per concedersi di assaporare l’arte, la filosofia, la poesia.

Se soltanto si lasciasse più spazio alla riflessione, anziché alla valutazione legata alla nozione, sarebbe più semplice orientarsi verso la formazione di studenti capaci di reagire alle sfide della vita e di trovare soluzioni originali ai problemi. Di conseguenza tappe fondamentali come l’esame di maturità non verrebbero percepite con angoscia e ansia paralizzante, ma con l’entusiasmo di chi vuole esporsi al confronto non senza un pizzico di emozione. Maturandi, impegnatevi per portare a casa consapevolezze e cultura e non solo il diploma. Non siete un voto dal 60 al 100 ma l’insieme di tutto ciò che vi portate dentro. La maturità ha il fascino di ciò che finisce per lasciare spazio a quel che sta per cominciare, un po’ come i tramonti o l’alba. Vivete questa esperienza con entusiasmo, scevri dal peso gravoso delle aspettative.