
Tra chi lo ama e chi lo detesta, Avatar – La via dell’acqua è uscito al cinema a dicembre 2022, portandoci di nuovo su Pandora. Il primo capitolo della saga cinematografica (sono infatti previsti altri 3 film) ha colpito il pubblico non solo per gli straordinari effetti speciali, ma anche per la creazione di una lingua per gli abitanti di Pandora: il na’vi. La glossopoiesi non è certo nuova alla cinematografia (vi avevamo già parlato, ad esempio, del dothraki e dell’alto valyriano di GoT). La vera novità di Avatar 2 però risiede in un’altra lingua pianificata: la lingua dei segni na’vi.

Chi ha creato il na’vi
Il na’vi è una lingua creata da Paul Frommer, utilizzata dagli abitanti umanoidi del mondo di Pandora in Avatar, film del 2009 di James Cameron. Il film è ambientato sulla lussureggiante Pandora, luna del gigante gassoso Polifemo, un pianeta di un sistema stellare, su cui giungono gli umani che cercano di depredare le risorse naturali del pianeta, mentre i nativi di Pandora, i Na’vi, cercano di opporvisi. Paul Frommer è stata contattato dalla Lightstorm Entertainment, la società di produzione di James Cameron, che ha inviato un’e-mail al dipartimento di linguistica della USC chiedendo informazioni su un linguista che potesse essere in grado di sviluppare una lingua aliena per un nuovo film. Quell’e-mail è stata inoltrata proprio a Frommer, che non si è lasciato sfuggire l’occasione: dopo un breve colloquio, Cameron gli ha stretto la mano e gli ha detto: “Benvenuto a bordo”.
Il na’vi: la lingua di Avatar
Cameron in realtà aveva già creato un minimo vocabolario per il na’vi, che servì a Frommer come base di partenza per la glottopoiesi vera e propria: Cameron aveva ideato 30 o 40 parole per la sceneggiatura originale, tra cui alcuni nomi di personaggi, nomi di luoghi, nomi di animali, ecc. L’abilità di Frommer fu quella di creare interesse tra il pubblico, aggiungendo qualcosa di esotico da un punto di vista linguistico. Il na’vi consta di 3000 parole e nel caso voleste impararlo anche voi, è possibile visionarne la grammatica online.

Avatar 2 e la necessità di una lingua dei segni na’vi
Ne La via dell’acqua Sully e la sua famiglia sono costretti a nascondersi presso un clan na’vi diverso dal proprio: si tratta del clan Metkayina, che vive presso la barriera corallina di Pandora. I corpi dei Metkayina sono più adatti al nuoto in quanto il loro modo di vivere è simbiotico con l’acqua. Questi na’vi riescono infatti a stare immersi nel mare per molto più tempo rispetto ai loro cugini della foresta. Dato che gran parte delle loro giornate si svolge in acqua, Cameron coglie la palla al balzo per segnare una rivoluzione nelle lingue artistiche pianificate. Come possono comunicare tra loro mentre svolgono le mansioni di tutti i giorni, se sono immersi nel mare?

L’intervento di CJ Jones
Chi meglio di un sordo poteva creare una lingua dei segni per il popolo na’vi, che già aveva la propria lingua autoctona? CJ Jones, attore sordo dalla nascita, ma anche insegnante di ASL (lingua dei segni americana) viene contattato da Cameron per questo ambizioso progetto. E come vediamo nell’intervista a CJ Jones, Cameron ha di nuovo siglato il tutto con “benvenuto a bordo!”.

Jones ha lavorato per due anni alla variante segnata del na’vi, creando 350 segni-parole, prevedendo che per Avatar 3 si arriverà a un vocabolario con 3 zeri. Purtroppo, per il momento, non è disponibile una grammatica consultabile, ma speriamo arrivi presto! L’obiettivo era creare una lingua dei segni unica tra le 200 lingue dei segni storico-naturali, esistenti (ricordate che non esiste una lingua dei segni universale e guai a chiamarle linguaggi!). Jones voleva infatti che la sua lingua segnata fosse rappresentativa per il popolo na’vi, esattamente come lo era la versione parlata: voleva che questa nuova frontiera di Avatar avesse un’anima autentica e genuina.
Insomma, Jones ha portato un po’ di inclusività non solo in Pandora, ma anche nel panorama delle lingue pianificate e, soprattutto, nei cinema di tutto il mondo.