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Canta ché ti passa: la cantoterapia come cura per l’essere umano

Un vecchio detto recita: “canta ché ti passa” (o era “balla che ti passa”… o “bevi” o “mangia”… non ricordo). Sta di fatto che dietro queste perle ancestrali si nasconde sempre un fondo di verità.

Anche voi vi siete ritrovare a fare head-banging sulle note di Bohemian Rhapsody come in “Fusi di testa” in coda al semaforo?

L’auto come palcoscenico

Il canto ci può aiutare a stare meglio, a smaltire le emozioni negative o, al contrario, esaltare quelle positive. Fermatevi un attimo a pensare: quante volte vi siete ritrovati a cantare in auto, fermi ad un semaforo o ad alzare il volume dell’autoradio perché passava la vostra canzone preferita o della vostra infanzia? E quante volte avete creduto di essere ad un concerto, ma coloro che assistevano alla tua performance erano gli altri automobilisti con sguardo esterrefatto? L’incanto creato dalla canzone, quella sensazione di puro godimento e megalomania vi si è spenta quando, allo scatto del semaforo verde, avete sentito i clacson (e insulti annessi) sollecitarti ad inserire la prima e a partire. Ma quello che avete provato, correggetemi se sbaglio, è stato puro benessere e gioia. Questo è il potere terapeutico del canto, capace quasi di svoltarvi la giornata.

I benefici della cantoterapia

Ebbene, il canto, secondo la psicologia funzionale, produce, se attuato, produce benessere sia a livello fisico che a livello psicologico, sociale e musicale. Nel primo caso, cantare innesca una serie di movimenti dei muscoli respiratori, nonché un miglioramento del sistema cardiaco non indifferente; a livello musicale, sembra inutile dirlo, insegna a riconoscere cosa sia un fraseggio, il ritmo, a modulare il volume della voce… e a rispettare le voci degli altri. Perché sì, il canto in coro è una sana attività per conoscere l’altro e a rispettare le sue caratteristiche, andandole ad armonizzare con le proprie; non da ultimo, cantare in un coro accresce il senso di appartenenza in un gruppo e la condivisione di valori comuni. Per quanto riguarda l’ambito psicologico, il canto è catartico, produce sollievo nei momenti di dolore (se ascoltiamo una canzone triste) o carica a manetta nei momenti giusti (provate ad ascoltare Brighton Rock dei Queen mentre guidate in tangenziale e fatemi sapere cosa avete provato…).

La SIC – Scuola Italiana Cantoterapia è stata fondata nel 2000 a Genova.

La cantoterapia come autoguarigione

Proprio l’aspetto catartico del canto ha portato alla nascita della “cantoterapia”, una disciplina autonoma, cugina di primo grado della “musicoterapia” che, grazie ad apporti sia storico-antropologici che scientifici, ha potuto imporsi non solo nell’ambito del recupero e del mantenimento del benessere dell’apparato respiratorio, ma anche come strumento di autocura dell’essere umano. Se andate a controllare il sito della SIC – Scuola Italiana di Cantoterapia, vedrete che le applicazioni pratiche di questo mondo non riguardano solo cantanti e professionisti della voce, ma ognuno di noi può avere bisogno o desiderio di approcciarsi al canto, senza per forza voler diventare il nuovo Freddie Mercury. 

La cura della voce come principale obiettivo: cantoterapia

Accanto ad esercitazioni per il canto e per il respiro, la cantoterapia propone attività di riconoscimento di parti del nostro corpo che spesso ci dimentichiamo di avere, come il diaframma, o di come la nostra postura, la posizione della lingua o la rigidità della mascella influiscano sulla nostra voce.Che tu voglia essere un cantante o che la voce ti serva semplicemente per riprendere un branco di 25 alunni in piena adolescenza poco importa: la tua voce merita la stessa cura e attenzione che dedichi al tuo corpo. Essa è il nostro principale strumento di comunicazione. Pensatevi senza voce: vi sentireste persi, giusto? Allora iniziamo a prendercene cura. E, magari, la prossima volta che sarete fermi al semaforo e la radio passerà la vostra canzone preferita, voi intonatela con sapienza. Anche con i finestrini abbassati. Perché cantare piace a tutti e ci rende felici. Allora cantiamo. Sempre.

Licia Ballestrazzi

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