
Ormai lo conosciamo tutti. Per alcuni è una manna dal cielo, per altri un incubo. Sicuramente non si parla di altro da mesi, e chi riesce a crearlo viene visto come una sorta di divinità egizia con poteri decisamente sovrannaturali. Ma l’articolo che state leggendo serve proprio a sfatare questo mito ed aiutarvi a percorrere questa selva oscura digitale, a prescindere dalla vostra età. Ma partiamo dall’informazione più importante.
Cos’è lo SPID
Lo SPID è una sigla che sta per Sistema Pubblico di Identità Digitale. Negli altri paesi, soprattutto del Nord Europa, esiste da anni e ormai averlo è una consuetudine. In realtà anche in Italia è diffuso da un po’ di tempo, ma se ne è iniziato a parlare solo recentemente per via della sua necessità per fronteggiare la pandemia. Più precisamente, l’inizio dei lavori è avvenuto nel marzo 2013 su proposta del deputato Stefano Quintarelli e la prima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale risale al 9 dicembre 2014. Dal 15 marzo del 2016 sono stati rilasciati i primi SPID a cittadini e imprese richiedenti.
Questa identità digitale viene erogata da alcuni gestori chiamati “provider”, che attualmente sono 9: Aruba, InfoCert, Intesa, Lepida, Namirial, Poste Italiane, Sielte, Register e Tim. La domanda sorge spontanea: quali sono le differenze principali? Lo vedremo con calma tra poche righe, ma prima di addentrarci nei tre livelli di sicurezza è bene chiarire l’informazione più importante: alcuni sono completamente gratuiti, mentre altri richiedono il pagamento di una somma simbolica che di solito gira attorno ai €15.
A cosa serve
Sì, aprirlo è sicuramente più faticoso del raggiungimento di una laurea in ingegneria aerospaziale, ma ne vale assolutamente la pena: si tratta infatti di un’autenticazione che ci permette di accedere con le stesse credenziali a tutti i servizi di pubblica amministrazione e imprese aderenti. Per essere più chiari: con la stessa mail e la stessa password, potete accedere a servizi utili come la prenotazione di visite mediche, il cambio del medico di base, il cashback, o altri bonus erogati dallo Stato. In pratica un accesso a Facebook, ma utile e senza persone che ti intasano la bacheca con foto di gattini.
Perché farlo
Se i motivi sopra elencati non dovessero bastarvi, ce n’è uno che sicuramente vi convincerà: ormai è obbligatorio per fare letteralmente qualsiasi cosa, e anche se sono possibili vie alternative, diventeranno decisamente obsolete nel giro di qualche anno. L’unico elemento in grado di sostituire completamente lo SPID è la Carta d’Identità Elettronica, spesso abbreviata in CIE. Ma credo che la maggior parte dei lettori sia un nostalgico con la carta d’identità cartacea e più rovinata del diario di terza media.
Come farlo
Veniamo al dunque, il vero motivo per cui avete aperto questo articolo: vediamo come riuscire ad avere questo benedetto SPID.
La prima cosa da fare è andare sul sito spid.gov.it/richiedi-spid e scegliere il proprio provider. Sono tutti molto simili, ma ci sono delle differenze da considerare. L’aspetto più importante è la sicurezza, suddivisa in 3 livelli: il livello 1 che permette di accedere con le semplici credenziali nome utente e password, il livello 2 che aggiunge alle credenziali classiche un codice che viene inviato via SMS o un’abilitazione tramite App da smartphone, e il 3 che prevede addirittura l’utilizzo di un dispositivo fisico erogato dal gestore di identità come ad esempio una smart card. Il mio consiglio è di scegliere il livello 2, la giusta via di mezzo tra la sicurezza e la facilità d’accesso.
L’altro aspetto importante da considerare è la modalità di riconoscimento: infatti, una volta avviata la procedura di iscrizione, bisognerà farsi riconoscere o presentandosi di persona ad uno sportello (spesso i tempi di prenotazione sono biblici), oppure facendo una semplice videochiamata. Come indicato prima, alcuni provider forniscono questo servizio gratuitamente, altri a pagamento. Sta a voi vedere le informazioni specifiche di ogni singolo provider sul link inserito poche righe fa.
Una volta scelto il fornitore, basta cliccarci sopra, avviare la Registrazione e inserire tutti i dati necessari, vale a dire email, password, dati personali e documenti. L'ultimo step è il Riconoscimento che, a seconda se fatto in presenza o via webcam, ha delle tempistiche differenti che vi verranno comunicate via mail.
Ok, Andrea, tutto molto bello, ma che devo fa’?
Il mio consiglio è quello di affidarsi a uno di questi due provider completamente gratuiti: Poste Italiane, che permette l’identificazione allo sportello senza attendere una miriade di giorni, e LepidaID, che è per i più tecnologici in quanto prevede l’iscrizione tramite webcam, anche questa gratuita.
Le tempistiche ovviamente dipendono dal numero di richieste, ma potete stare sereni perché il maggior picco c’è stato durante il lockdown del 2020. Roba che il tempo di attesa media era di circa 10 mesi. Non ironicamente, è successo al sottoscritto.
Una volta registrati e identificati, avrete finalmente la vostra pietra filosofale: lo SPID. Da quel momento in poi, con le vostre credenziali, potrete accedere ad una miriade di servizi senza particolari complicazioni. O almeno si spera.
Certo, avrebbero potuto rendere la procedura un pizzico più facile e accessibile a tutti, ma per aver erogato il servizio da relativamente poco non possiamo fare i soliti lamentoni.
Ora che sei arrivato fin qui, tieni a portata di mano l’articolo e vai a diffondere bontà registrando lo SPID ai tuoi genitori, fratelli, sorelle, nonni e chi più ne ha più ne metta. Così anche loro potranno saltare la fila nella pubblica amministrazione per provare quella sensazione a metà tra la paura di essere bastonati dagli anziani di turno in fila da 12 ore, e la soddisfazione di essere riusciti ad hackerare un sistema che negli anni ha causato i nostri peggiori incubi.
Buono SPID a tutti!