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Cosa significa l’ipotesi dell’inversione della rotazione del nucleo terrestre

Pare che il nostro pianeta abbia recentemente effettuato un piccolo “cambio di rotta“. Secondo uno studio dell’Università di Pechino recentemente pubblicato su Nature Geoscience sembrerebbe infatti che il nucleo terrestre abbia effettuato un’inversione di rotazione. Ma non finisce qua: i dati raccolti finora suggeriscono anche che non si tratti di un fenomeno così inusuale.

Le profondità della Terra: cosa sappiamo?

Struttura interna della Terra, dalla crosta fino al nucleo interno.

Anche se ad oggi non disponiamo di tecnologie in grado di penetrare le profondità della Terra, la sua struttura interna ci è nota grazie allo studio delle onde sismiche: studiando come queste si propagano, è stato infatti possibile mappare quella che è considerata la probabile struttura interna del nostro pianeta, che potremmo paragonare… ad una cipolla. Sarebbe infatti composta da una serie di strati concentrici, ben distinguibili tra di loro: la crosta, il mantello, ed il nucleo. Ed è quest’ultimo a fare da protagonista nell’articolo di oggi. Si tratta di una sfera dalle dimensioni leggermente inferiori a quelle della Luna (nucleo interno), composta prevalentemente da ferro e nichel e circondata da un nucleo esterno liquido. Ebbene, purtroppo ad oggi non sappiamo molto più di questo. Può sembrare paradossale, ma è molto più semplice studiare la superficie di un pianeta lontano come Marte che le profondità del nostro.

L’ipotesi dell’inversione di rotazione del nucleo

Estratto dall’articolo di Yang e Song pubblicato su Nature Goescience, in cui viene esposta la loro teoria riguardo la possibile inversione di rotazione del nucleo terrestre.

Che la rotazione del nucleo terrestre sia poco costante non è certamente una novità. Mentre uno studio risalente al 1996 aveva osservato come la rotazione del nucleo interno fosse leggermente più rapida rispetto a quella della crosta e del mantello, nel 2009 l’analisi dei dati sismici portò a pensare che invece fosse sostanzialmente fermo rispetto ai due strati superiori. Ed è proprio studiando l’andamento altalenante delle onde sismiche dal 1964 al 2021 che Yi Yang e Xiaodong Song dell’Università di Pechino son giunti ad ipotizzare l’inversione di rotazione ciclica del nucleo interno. Sembrerebbe infatti che il nucleo abbia smesso di girare, rispetto al mantello, dal 2009 al 2020 circa, per poi riprendere a ruotare in senso opposto. Ma la teoria dei due ricercatori si spinge oltre! Stando alle loro stime, il nucleo interno potrebbe oscillare con una periodicità di circa 70 anni, invertendo il proprio senso di rotazione ogni 35 anni. Essendo inoltre legato gravitazionalmente al mantello e magneticamente al nucleo esterno, i ricercatori affermano che queste oscillazioni potrebbero spiegare il comportamento del campo magnetico del pianeta e le variazioni di lunghezza delle giornate degli ultimi 60-70 anni.

Quali saranno le conseguenze?

Sebbene possa sembrare la trama di un film di fantascienza, possiamo dormire sonni tranquilli: la variazione della rotazione del nucleo interno non è nulla di preoccupante. La cosa “peggiore” che può accadere è che la durata delle nostre giornate aumenti di poco (qualche millesimo di secondo). Potrebbe inoltre verificarsi qualche oscillazione del campo magnetico terrestre, ma, di nuovo, si tratta di un cambiamento impercettibile, che non noteremo mai. Per i ricercatori, invece, tutti questi sono avvenimenti molto importanti. Analizzare questi fenomeni e la loro variazione potrebbe infatti aiutarci a comprendere meglio la natura del nostro pianeta e a chiarire quali siano le interazioni che intercorrono tra la sua superficie e le sue profondità a noi più nascoste.

Alessia Tavars

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