
Grazie ai social, e in particolare grazie a TikTok, si è riacceso un dibattito sopito da qualche anno: che differenze ci sono tra esperanto e interlingua? È meglio una o è meglio l’altra?
Un po’ di storia
Partiamo dal principio: sia l’esperanto, sia l’interlingua sono lingue ausiliarie internazionali. Si tratta di lingue artificiali (un po’ come l‘ithkuil) create tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. In quegli anni si sente al massimo la (presunta) superiorità della cultura europea, ma al contempo si studia scientificamente la struttura di altre lingue, poiché si moltiplicano gli scambi, sia pure in senso colonialistico, tra queste culture e il modello europeo. Crescevano in qualche modo le aspettative di un avvicinamento tra i popoli del mondo e l’utopia del raggiungimento della pace universale non sembrava irrealizzabile. In accordo con tali ideali, si cominciò a pensare a una lingua che nascesse dalla sintesi delle lingue esistenti e che potesse essere sentita come neutra da tutti i propri utenti.
La nascita dell’esperanto

Ludwik Lejzer Zamenhof, ebreo russo nato in Polonia, pubblicò l’esperanto nel 1887, mosso dal desiderio di creare una lingua artificiale che potesse unire i popoli nella pace, individuando nella diversità linguistica una delle principali cause di divisione umana e creazione di fazioni nemiche. Zamenhof, per la sua storia famigliare, padroneggiava polacco, russo, yiddish ed ebraico. Frequentò inoltre il liceo classico a Varsavia, che gli permise di imparare anche greco, latino, francese, tedesco. Apprese in seguito anche l’inglese durante una malattia. L’esperanto, infatti, si basa su tutte le lingue che Zamenhof conosceva, unendole abilmente per creare una lingua.
L’esperanto dimostra una buona regolarità morfologica che dovrebbe facilitarne l’apprendimento. Secondo de Wahl esistono due possibili direzioni che si possono adottare durante la stesura di una lingua ausiliaria internazionale: la regolarità e la naturalità. La regolarità consiste, per l’appunto, nella regolarità della morfologia e in una chiara e precisa derivazione, mentre la naturalità si accosta al principio per cui la grammatica di una lingua non deve produrre forme innaturali, sebbene più schematiche.
L’interlingua: una nuova idea.
Ed ecco l’interlingua che infatti segue la naturalità. Si può immediatamente verificare che ascoltare o leggere l’interlingua è comprensibile quasi perfettamente per chiunque parli una lingua romanza. Senza studio. Si può prendere un qualsiasi articolo di Wikipedia in interlingua e leggerlo, comprendendolo quasi interamente.

Con l’inizio del Novecento, furono intraprese ricerche specifiche: nell’ “International Auxiliary Language Association” o “IALA” si cercò una soluzione per decretare la lingua internazionale ufficiale. Durante questi congressi molti studiosi e linguisti portarono proposte differenti: in particolare nel 1907 spiccò l’ido, che venne proposto come versione semplificata dell’esperanto (infatti “ido” significa letteralmente discendente). Nel 1924, con l’idea di riformare e perfezionare ulteriormente il concetto di comunicazione internazionale, la IALA permise di creare un acceso dibattito di proposte di lingue pianificate, che si concluse con la scelta dell’interlingua di Alexander Gode. L’interlingua rappresenta il punto di arrivo nell’occidentalizzazione delle lingue ausiliarie internazionali, perché appartiene in pieno alla Sprachbund del gruppo romanzo, a cui viene aggiunto l’inglese.
E adesso cosa rimane?
Esistono quindi delle differenze sostanziali tra esperanto e interlingua, anche nell’uso odierno. L’interlingua presenta circa 2000 parlanti ed è la seconda lingua ausiliaria parlata al mondo. Quella che pare aver riscosso maggior successo, e che sta sopravvivendo all’inesorabile trascorrere del tempo, invece è l’Esperanto. Si stima che i parlanti oggi siano tra i 100.000 e i 2-3 milioni (100.000 lo parlano fluentemente e 2-3 milioni l’hanno studiato). La sua diffusione oggi si deve sicuramente a internet: sia Google sia Facebook consentono da anni di impostarlo come lingua predefinita. Inoltre la Wikipedia esperantista è la più grande tra quelle in una lingua artificiale (ha 254.799 voci e 567.207 pagine) e Duolingo, famosa app di apprendimento di lingue, ha un corso di esperanto.