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Donazione d’organi: tutto ciò che vi serve sapere

Eccoci finalmente tornati a parlare di donazione, questa volta donazione d’organi! Bill vuole una musichetta triste perchè questo sarà l’ultimo episodio di Bill dona parti del corpo (vi siete persi le puntate precedenti? Male… MALISSIMO! Per fortuna potete recuperale qui: la donazione del sangue e la donazione del midollo).

Vi faccio un piccolo spoiler: questa è la donazione meno impegnativa di tutte. Perché? Oh, perché dovete farla da morti (almeno nella maggior parte dei casi). Bene, ora che ho raffreddato completamente l’atmosfera, ecco le solite 5 cose da sapere prima di…

1. Quali requisiti servono per donare gli organi?

A parte essere morti (ok, la smetto… forse) bisogna avere un’ottima salute, non serve a niente sostituire un’organo difettoso con uno consumato.

Non c’è un vero e proprio limite di età (a differenza della donazione di midollo dove si può donare solo fino a 35 anni!); non ci sono diffrenze legate al sesso (a differenza della donazione di sangue dove le donne possono effettuare meno donazioni rispetto agli uomini).

Ognuno di noi è un potenziale donatore perfettamente uguale all’altro, con la sola differenza che i nostri organi sono compatibili con pochissime altre persone nel mondo. Ricordate la tipizzazione HLA (Human Leukocyte Antigen)? Quella che si usa per stabilire la compatibilità delle cellule ematopoietiche? Ecco, la stessa compatiblità serve per la donazione di organi. Ma torniamo a parlare dei requisiti…

Di che morte bisogna morire per poter donare gli organi?

No, non è una domanda ironica, non tutte le persone che muoiono possono donare gli organi. Per poterlo fare è necessario infatti che il corpo del paziente sia integro e sia andato in contro a una morte cerebrale. Ma che cos’è la morte cerebrale?

In caso di morte cerebrale (da non confondere con il coma o lo stato vegetativo) il cervello perde completamente le sue funzioni e non c’è più possibilità che la persona si risvegli. Può essere certificata tramite due criteri:

  • criteri neurologici: per un periodo non inferiore a 6 ore devono riscontrarsi contemporaneamente:
    • stato di incoscienza
    • assenza di riflessi del tronco e di respiro spontaneo
    • silenzio elettrico cerebrale
  • criteri cardiaci: tramite un elettrocardiogramma di durata non inferiore a 20 minuti si verifica il tempo di anossia, ovvero il tempo in cui il cervello è stato privato dell’apporto di ossigeno e ha subito danni permanenti
    • tecnicamente bastano 10 minuti di anossia per un danno cerebrale permanente
La morte cerebrale viene dichiarata solo quando tutte le aree del cervello smettono di funzionare, solo allora è possibile effettuare la donazione d’organi (fonte immagine: AIDO Lombardia)

In base alla legge la Commissione di medici che stabilisce la morte, formata un anestesista, un neurofisiopatologo e un medico legale, è indipendente dall’équipe che esegue il prelievo e il trapianto di organi.

Questo per dire che i medici non hanno nessun guadagno nel far morire una persona per poter espiantare gli organi, perciò esprimere il proprio consenso in vita non diminuisce le probabilità di esser salvati in sala operatoria. Al massimo semplifica le procedure dopo la morte (che non è poco considerando che la donazione degli organi è una corsa contro il tempo).

2. Come avviene la donazione d’organi?

In vista della donazione vengono somministrati dei medicinali che impediscono eventuali movimenti incontrollati che potrebbero danneggiare gli organi. Il periodo tra l’accertamento del decesso e l’espianto dovrebbe essere inferiore a 24 ore.

Gli organi vengono trasportati in elicottero immersi nel ghiaccio

In Italia vige il principio del silenzio-assenso, ovvero: in mancanza di un’opposizione esplicita alla donazione d’organi si suppone che il defunto non fosse contrario (la legge di riferimento è la 91/1999).

Tuttavia la decisione ultima spetta alla famiglia, in ordine: il coniuge non separato, il convivente more uxorio, i figli maggiorenni e i genitori. Nel caso in cui il defunto sia minorenne la decisione spetta unicamente ai genitori e se anche solo uno dei due è contrario l’espianto non può avvenire.

Una volta ottenuto il consenso iniziano le analisi di laboratorio per cercare un paziente compatibile. Solitamente i singoli organi vengono trapiantati in pazienti differenti. Quando si trova un paziente compatibile, l’équipe del suo ospedale esegue sia l’espianto che il trapianto e per velocizzare i tempi si sposta in elicottero!

3. Quali organi si possono donare?

Bisogna innanzitutto distiguere tra la donazione d’organi e quella dei tessuti. Gli organi che si possono donare dopo la morte (con la rispettiva durata vitale) sono:

  1. il cuore: 4-6 ore
  2. i polmoni: 4-6 ore
  3. il fegato: 12-16 ore
  4. i reni: 24-48 ore
  5. il pancreas: 12-15 ore
  6. l’intestino: 4-6 ore

Tra questi possono essere donati ancora in vita un rene e una porzione di fegato (tramite un intervento chiamato split). Dal 2012 è possibile donare anche porzioni di polmoni, pancreas e intestino, ma non sonso stati fatti interventi significativi. In Italia questo tipo di donazione può avvenire solo tra consanguinei o coniugi.

I tessuti che si possono donare dopo la morte sono:

  • la pelle
  • le ossa
  • i tendini
  • la cartilagine
  • le cornee
  • le valvole cardiache e vasi sanguigni

Alcuni di questi (come le cornee) possono essere conservati anche molto a lungo in appositi frigoriferi.

È vietata invece dalla legge la donazione del cervello e delle gonadi.

4. Quanto dura l’attesa per un trapianto?

Su questo sito potete controllare le liste di attesa aggiornate a luglio 2023. Come si può vedere, in Italia il tempo di attesa medio per un trapianto d’organo è di 3 anni!

L’organo di cui c’è più bisogno è il rene, seguito dal fegato, dal cuore, poi polmoni e pancreas. L’organo di cui c’è “meno” bisogno è invece l’intestino.

La differenza tra il numero di pazienti (inferiore) e il numero di iscrizioni (superiore) è dovuto al fatto che ci sono dei pazienti che hanno bisogno di più di un trapianto. La graduatoria viene generata da un algoritmo che valuta la gravità della patologia, l’età, il gruppo sanguigno e altri parametri funzionali a trovare l’organo compatibile nel minor tempo possibile.

I pazienti pediatrici, a differenza degli adulti che si iscrivono a liste regionali, hanno un’unica lista nazionale.

5. Perché dovrei donare gli organi?

So so che può sembrare un po’ cinico ma… perché una volta morti non ci servono più. Allora perché la percentuale di opposizione alla donazione d’organi (che dal 2010 si attesta intorno al 30%) non accenna a diminuire?

Sicuramente c’è una grande disinformazione, in particolare per quanto riguarda il concetto di morte cerebrale: spesso viene confusa con il coma e porta i familiari a negare il consenso perché questi pensano di star uccideno il loro caro. A questo si aggiunge la sfiducia nel sistema sanitario, soprattutto nel Sud Italia.

Inoltre la mancata segnalazione di possibili donatori da parte dei reparti di rianimazione (i cosiddetti silent donors) porta a un’ulteriore perdita di organi disponibili.

Seppelliamo cose molto più di valore…

Nel 2013 il milionario brasiliano Chiquinho Scarpa annunciò su Facebook di voler seppellire la sua Bentley da 367mila euro per portarla con sè nell’aldilà. Venne subito criticato come l’ennesimo ricco eccentrico, qualcuno gli consigliò che sarebbe stato meglio darla in beneficienza.

La foto con cui Scarpa annunciò
di voler seppellire la sua auto

Qualche giorno dopo però, apparve un’altra foto che spiegò questo suo gesto bizzarro. Era una foto di Scarpa ad una conferenza sulla donazione degli organi! La caption, questa volta, era questa:

Non ho seppellito la mia auto, ma tutti pensavano che fosse un’idea assurda, quando ho annunciato di volerlo fare. Ma è assurdo seppellire i nostri corpi, che possono salvare molte vite. Nulla ha più valore.

Sii un donatore, dillo alla tua famiglia.

Insomma, quando dico che un’immagine vale più di mille parole dico proprio questo. Sapevate che non serve per forza iscriversi all’AIDO (l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi, per maggiori informazioni cliccate qui) ma potete semplicemente esprimere il vostro consenso nel comune di residenza?

Un semplice “sì” al rinnovo della carta d’identità può salvare fino a 8 vite! Per le altre modalità vi rimandiamo al sito del CNT (Centro Nazionale Trapianti) che potete raggiungere cliccando qui.

Né voi (per ovvi motivi…), né la vostra famiglia conoscerete mai il donatore, né il donatore potrà mai sapere chi eravate. Ma in questo modo solo una persona morirà, solo una famiglia dovrà soffire. Questa è forse l’unica maniera per trasformare una disgrazia come la morte (e i casi di morte cerebrale sono quasi sempre legati a incidenti) in qualcosa di positivo che dia speranza.

Nicole Maestroni

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