
Il dottorato di ricerca (detto anche PhD) rappresenta il più grande grado di istruzione dell’ordinamento accademico italiano (ma non solo). Si tratta di 3/4 anni in cui si affinano le proprie compentenze di ricerca scientifica. Ma ora, com’è normale che sia, risponderemo alle domande più frequenti rispetto a questo titolo conosciuto, ma un po’ mitologico nel suo funzionamento.
Come si entra in un dottorato?
L’ingresso in un dottorato è regolamentato da un concorso. Per entrare in un dottorato bisogna quindi partecipare (NdR applicare è il termine più usato, in quanto in inglese di parla di application) ai bandi di concorsi delle varie università cui si è interessati. Dove si trovano questi bandi? Prevalentemente sul sito del MIUR dedicato ai bandi di dottorato, però il consiglio è quello di cercare su google ciclicamente, per essere sicuri di non perdersi nulla.
Quando bisogna fare richiesta?
Solitamente in Italia i bandi di dottorato vengono presentati online dalle università che li offrono tra marzo e luglio. Non ci sono data precise e ogni Ateneo può decidere in autonomia quando renderli pubblici. Per avere un’idea, il consiglio è di guardare i bandi dell’anno precedente in cui vorreste partecipare, per farvi un’idea del periodo in cui di solito quella specifica università li fa uscire. A volte, comunque vengono banditi anche dei dottorati “tardivi” a settembre/ottobre.
Quali sono i requisiti per entrare in un dottorato?
Il requisito fondamentale è quello di essere laureati magistrali o a ciclo unico (qui vi avevamo dato i consigli per non impazzire scrivendo la tesi di laurea!). Sui requisiti specifici, invece, bisogna guardare i singoli bandi: alcuni sono aperti a tutte le classi di laurea, altri invece accettano solo alcuni corsi. Esistono poi anche altri requisiti più specifici che vanno appunto valutati caso per caso.
Gli step per la selezione
Essendo dei bandi di concorso, vengono stilate una serie di graduatorie. Solitamente, ci sono diversi step da passare.
- Si parte con quella che viene definita “valutazione titoli” che di solito include la richiesta di inviare il proprio CV, la propria tesi, una proposta di progetto di ricerca, eventuali certificazioni ed eventuale elenco di pubblicazioni scientifiche. Alcune università chiedono anche delle lettere di referenza (da professori o datori di lavoro) e/o delle lettere motivazionali (scritte dai candidati). Vi sarà quindi una prima graduatoria in base a questi documenti che avrete dovuto consegnare, con assegnazione di un punteggio per ogni candidato. Spesso vi è una soglia minima di punteggio per essere ritenuti idonei alle selezioni successive.
- Alcuni corsi di dottorato propongono una prova intermedia che è scritta. Solitamente è composta da una serie di domande aperte legate alle materie di pertinenza del dottorato. Questo punteggio determina l’ammissione all’orale.
- Immancabile invece la prova orale, a cui si accede o direttamente dopo la “valutazione titoli” o dopo la prova scritta. In ogni caso in questa sede si discute oralmente con il candidato, sia rispetto alle sue motivazioni per voler intraprendere un percorso di dottorato, sia rispetto alla tematica di ricerca che magari è stata presentata come proposta di progetto. Anche in questo caso viene assegnato un punteggio che va a sommarsi con quelli precedenti: a quel punto si stila un’ultima graduatoria, in cui risulteranno degli ammessi (in base al numero disponibili), degli idonei (con un punteggio abbastanza alto, ma non rientranti nei posti) e dei non ammessi, che quindi non possono neanche essere eventualmente ripescati.
Proposta di progetto in che senso?
Bisogna fare subito una distinzione. Esistono bandi di dottorato a tematica vincolata, in cui non è necessario presentare un progetto perché si applica a un progetto già delineato. Ed esistono bandi di dottorato a tematica non vincolata, in cui sarà il candidato a creare una proposta di progetto di ricerca, appunto, che gli piacerebbe svolgere durante il suo percorso. In quel caso, il bando specificherà il numero di battute consentito ed eventualmente la struttura da rispettare per redigerlo. Il consiglio è: guardate quali sono gli interessi di ricerca di quello specifico dottorato e non mandate lo stesso progetto di ricerca a tutti i bandi cui volete partecipare!
Ma mi pagano?
Si può concorrere per dottorati con borsa di studio o senza borsa di studio.

Ma a che serve fare un dottorato?
Il dottorato, prevalentemente, serve per crearsi una carriera accademica. Per cui se vi interessa l’ambito della didattica universitaria o della ricerca, il dottorato è sicuramente una tappa da percorrere. In ogni caso, se doveste avere altri dubbi non esitate a commentare l’articolo: vi risponderemo al più presto!
P.S. un ultimo consiglio di visione se doveste davvero valutare questa strada: guardate questo film!