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I recenti eventi americani richiedono riflessioni e suoni di pace

La manifestazione a Capitol Hill, tramutatasi in breve tempo in assalto, è stata attribuita all’ex presidente Donald Trump che, con parole diffuse pubblicamente, si dice abbia “aizzato” i suoi sostenitori a intervenire durante l’ufficializzazione della vittoria nel nuovo presidente americano Joe Biden. Trump diffuse sui social il suo consenso al dover rimanere pacifici e interrompere l’attacco. Poco dopo però, fu bannato, bloccato e azzittito su tutte le sue varie piattaforme social. Tale decisione ha avuto diversi risultati: chi dice “hanno fattobbbene!!!” e chi giustamente dice anche che non si può togliere la parola a nessuno. Ma è anche giusto dire che ognuno dovrebbe prendersi le responsabilità delle proprie azioni, soprattutto se non sei una persona qualunque ma un personaggio politico estremamente influente.

 

In natura più forte vince, ma nella natura umana non dovrebbe essere così 

Analizzando la vicenda a posteriori viene a mente che la radice di tutto ciò, il fulcro della questione non è più rivalità tra partiti o ideologie, non si tratta più di parlare di schieramenti politici, ma di ciò che viene prima: la natura umana.

Perché tutto questo astio, questo voler predominare sull’altro mostrando forza oserei dire animalesca? Aprendo la mente e lasciando indietro le varie ideologie politiche si può giungere alla conclusione che questo momento così basso per gli USA è intrinseco alla nostra natura e questo schema comportamentale, può essere ritrovato in essa: basta pensare agli animali, che per questioni di sopravvivenza mangiano e uccidono il più debole, il più lento. Le piante crescono per raggiungere altezze in cui i raggi del sole le possano colpire meglio rispetto alle povere piantine che le stanno sotto e che purtroppo, essendo coperte, non riceveranno nulla di quei raggi. Ecco, tutto ciò è traducibile nel comportamento umano: il più forte vince. Però abbiamo l’unica differenza di essere un tantino più coscienti e meno guidati dall’istinto, o per lo meno è più filtrato rispetto ad un leone affamato. A rimarcare il discorso, Jacob Anthony Chansley ha deciso di entrare al campidoglio con in testa un copricapo in perfetto stile animalier!

 

È proprio questo il fulcro di ciò che state leggendo; perché noi umani, tanto intelligenti e con la fortuna di avere emozioni e la capacità di ponderare le decisioni, dobbiamo creare barriere così invalicabili? Schiacciare il nemico è naturale tanto quanto il poter decidere di avere rapporti basati sulla pace l’amore e sul sostegno che un solo umano può fare decidendo di essere eletto come rappresentante di un popolo, di un gruppo di persone che convivono sullo stesso pianeta. Questa affermazione può essere contestata dicendo che la divisione ideologica umana è pari alla divisione di specie tra animali e sì, sarebbe una valida argomentazione. Ma noi umani abbiamo la capacità di superare tali barriere e scegliere come essere e come comportarci.

Come voltare pagina

L’America è un paese enorme, ricco di tante possibilità che vanno colte smettendo di farci la guerra e senza sfruttare le risorse a noi disponibili. Il 2021 dovrebbe essere l’anno in cui ci si riscatta, in cui si comprende il vero valore della connessione umana. 

 

Il suono della pace: l’album di Linda Perhacs dal titolo Parallelograms

Per fare ciò è necessario il giusto sottofondo musicale, andando a ripescare dagli anni 70 in California “Parallelograms”, album di Linda Perhacs. La voce, la chitarra e le parole di Linda calmano l’anima come se fossimo davvero in pace l’uno con l’altro. Mentre l’album scorre, “Call Of The River” fa respirare l’aria di un paese senza battaglie e senza rabbiose gare per il potere. L’album si chiude dopo un magnifico viaggio di suoni con “Delicious”, descrivendo le delizie della natura e dell’amore; ecco il suono della pace.

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