
Diversi secoli fa, non tutte le guerre venivano combattute finché non si trovava un vincitore. Era più comune il fatto che ci si scontrasse per un tempo prestabilito e poi, al termine della bella stagione, si facesse una pausa.
Sono stati gli storici, per quanto riguarda alcune battaglie, a metterle assieme e a chiamarle “guerre”, ovviamente a posteriori. Un lampante esempio di questo è sicuramente la guerra dei cent’anni, combattuta tra francesi e inglesi a cavallo tra ‘300 e ‘400. Non dobbiamo immaginare che i soldati si fossero fronteggiati per un secolo filato: c’erano delle pause e lunghi tratti in cui non si combatteva.
Anche se ci sembra lunghissima, però, la guerra dei cent’anni non fu la guerra più lunga della storia. Il primato come guerra più lunga della storia appartiene alla guerra di Arauco, che proveremo a ripercorrere.

Tutto cominciò quando gli spagnoli, nel ‘500, cominciarono a colonizzare il Cile, neo-scoperto territorio sulle coste sudamericane. A capo della spedizione vi era il conquistador Pedro de Valdivia che cominciò a distruggere qual si voglia resistenza degli indigeni, i cosiddetti mapuche.

I mapuche sono tutt’ora una popolazione cilena molto isolata, anche se ormai di questo popolo delle Ande è rimasto ben poco. In Cile solo il 4% della popolazione è mapuche, ma in qualche modo continuano a resistere al tempo e agli imprevisti, come hanno sempre dimostrato di fare.
Già perché, utilizzando il fiume Bio-Bio come confine naturale , i mapuche, o aracuani, come li chiamavano gli spagnoli, si opposero per diversi secoli ai conquistadores.

L’inizio di queste ostilità tra indigeni cileni e conquistatori spagnoli si può datare nel 1536. E queste battaglie, sporadiche ma costanti, si perpetrarono nel tempo.
Nonostante ciò il Cile, a metà ‘500 divenne una colonia spagnola con un viceré e un’amministrazione di stampo iberico. Eppure, quella popolazione tanto piccola quanto combattiva continuò a resistere innescando nel tempo numerose rivolte persino nei secoli successivi, senza essere mai totalmente annientati dagli spagnoli. Troviamo ribellioni mapuche alla fine del secolo, nel ‘600, lungo tutto il ‘700, fino a quando, vuoi per la stanchezza, vuoi per un corso naturale dei rapporti umani, i due schieramenti in lotta perenne non cominciarono ad avvicinarsi verso l’inizio dell’800
Gli indigeni stavano imparando una nuova cultura, assimilandola sempre di più. Nonostante ciò le ribellioni erano comunque all’ordine del giorno.
L’inizio del XIX secolo fu anche il periodo in cui il Cile ottenne l’indipendenza dalla madrepatria, ma i mapuche non erano per nulla convinti della cosa e anzi, si opposero nuovamente creando e facendosi riconoscere un vero e proprio Stato: Aracuanìa.

Questo piccolo territorio, però, ebbe vita breve. Pochi anni più tardi, negli anni ‘80 del XIX secolo, le milizie cilene penetrarono nella zona e la inglobarono, nonostante la continua resistenza dei mapuche.
I mapuche, esistono tutt’ora, certo, e tutt’ora cercano di emanciparsi da uno Stato che non sentono proprio. Ma fu con questa occupazione cilena dell’Aracuanìa del 1881 che si concluse ufficialmente una serie di conflitti cominciati nella prima metà del ‘500. Messi assieme dagli storici per peculiarità dei fini e degli schieramenti. Ecco quindi la la guerra più lunga della storia, dal 1536 al 1881, durata ben 345 anni.