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Libri di testo Gender Free: stop agli stereotipi

“La mamma stira, il papà lavora. La mamma sta in cucina, il papà davanti alla tv”

Quante volte abbiamo letto questo tipo di frasi nei libri di testo dei più piccoli?

Sapevate che dal 1999 esiste un codice di autoregolamentazione POLITE (pari opportunità nei libri di testo)?

Sono delle linee guida per gli editori associati AIE, che dovrebbero garantire che “nella progettazione e realizzazione dei libri di testo e dei materiali didattici destinati alla scuola vi sia attenzione allo sviluppo dell’identità di genere, come fattore decisivo nell’ambito della educazione complessiva dei soggetti in formazione”.

 

Case editrici: basta stereotipi di genere e cliché 

In ben 22 anni le cose non sono migliorate poi così tanto. Ancora oggi i volumi scolastici sono pieni di stereotipi e cliché. Ma negli ultimi tempi, con la presenza sempre maggiore dei social nelle nostre vite, è diventato più facile fare rumore. 

Ecco che si corre finalmente ai ripari: Zanichelli, si impegna affinché le future “pubblicazioni contribuiscano a superare una visione del mondo stereotipata, con ruoli predeterminati dall’appartenenza a un genere, a un’etnia o da diverse abilità.” Non si parla quindi solo di eliminare il gender gap, bensì di rivoluzionare i contenuti, dando maggior spazio anche alle donne.

Segue Rizzoli che con il nuovo progetto “Obiettivo parità!” esaudirà le richieste di migliaia di genitori che chiedevano l’abolizione dell’educazione sessista.

 

Non solo il genere, ma lo stato sociale e persino le origini, sono state per anni schernite nei libri, oltre che dai compagni di classe, proprio come ci ha raccontato Momoka nel suo ultimo articolo. Comportamenti inaccettabili dalle Istituzioni alle quali è affidata la nostra formazione sin dai primi anni. Perché le ripercussioni possibili sono infinite, anche quando sembra che ai bambini non importi davvero ciò che leggono o ciò che gli viene detto, anche quando sembra che il loro atteggiamento sia naturale e non influenzato dai i più grandi.

Tante volte ci siamo arrabbiati, abbiamo scatenato grandi polemiche, ci siamo indignati perché i nostri figli non dovevano imparare questi divari a scuola. Eppure chissà se nelle nostre case prestavamo la stessa attenzione per evitare che i bimbi li imparassero. 

 

Maschi e femmine: basta ruoli precisi

Magari invece abbiamo comprato le bambole solo per le femminucce, regalato mostri o macchine da corsa solo ai maschietti. Siamo stati restii nel prendere quella maglietta rosa per Francesco, e ci siamo rifiutati di dare i soldatini a Chiara.

Le bimbe vanno a danza, i bimbi a calcio. Le bimbe devono essere sempre in ordine, i bimbi possono giocare come preferiscono.

Sei una signorina, devi imparare ad essere educata. Sì, il tuo fratellino fa chiasso, ma sai, lui è un maschio”.

Giulia dai una mano alla mamma a pulire casa, che tuo fratello sta guardando la tv”.

Queste ed altre migliaia di frasi saltano alla mente ai figli delle scorse generazioni, quelle cresciute con la consapevolezza che maschi e femmine non avessero lo stesso spazio nel mondo e che ad ognuno spettassero precisi ruoli. 

Alcuni piccoli passi in avanti sono stati fatti anche da chi credeva di avere i giusti valori e che fossero irremovibili, ma la strada è ancora lunga. Possiamo solo sperare che il futuro porti davvero al progresso, e che quest’ultimo annulli finalmente tutti gli stereotipi consolidati nel tempo. Speriamo che il passato resti solo qualcosa da cui imparare a non commettere gli stessi errori. 

Ognuno nasce con la possibilità di essere e diventare ciò che vuole, ricordando una sola importante regola: “la mia libertà finisce dove inizia quella del mio prossimo, e viceversa.”

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