
GF: una lunghissima storia d’amore (e odio)
Il Grande Fratello è un format che va in onda da più di 20 anni sulle reti Mediaset e che si è ormai conquistato un posto fisso nella televisione italiana come programma in prima serata.
Questo posto, che ormai è granitico, il programma se l’è conquistato con le unghie e con i denti, anche al costo di essere additato da molti come tv spazzatura. Sebbene sia un programma molto divisivo, il Grande Fratello -già dai suoi albori-, un pubblico fedele lo ha sempre avuto.
Il GF, -così viene abbreviato-, non nasce in Italia: il primo paese a sperimentare questa tipologia di reality fu proprio l’Olanda, nel 1999. Nel 2000 la rete Mediaset sceglie di non farsi mancare niente e il programma viene importato in Italia. I partecipanti nella prima edizione sono persone comuni, sconosciute ai più e perentoriamente osservate 24 ore su 24 da telecamere, facendo chiaro riferimento al romanzo “1984” da cui si ispira il concept del programma.
Prima esperimento sociale e poi certezza televisiva: il GF cambia durata, tipologia di concorrenti e periodo di messa in onda, ma lo share rimane sempre e comunque discretamente alto. Anche se la sensibilità non viene sempre al primo posto, come ha tristemente esperito Marco Bellavia.
Il caso Marco Bellavia al Grande Fratello

Facciamo però un salto nel tempo e torniamo al 2022. Attualmente l’edizione è VIP, che promette quindi la partecipazione di personaggi (e parenti di personaggi) più o meno famosi della televisione italiana e del web.
Tra gli scandali, i gossip e i teatrini per accaparrarsi una clip in puntata si palesa qualcosa di diverso: Marco Bellavia, storico volto di Bim Bum Bam e concorrente di quest’edizione, ammette di aver sofferto di depressione. E di soffrirne ancora. Nulla di scandaloso, in teoria.
Infatti, nel corso degli anni il reality ha avuto a che fare con realtà diverse, lontane dallo spettatore medio del programma. Il GF è riuscito a stare, in maniera apparente, al passo con un’Italia che stava cambiando atteggiamento nei confronti della comunità LGBTQ+, dell’integrazione etnica e del ruolo della donna nella società, mantenendo però una comunicazione approssimativa (per difetto) che si adattasse al suo pubblico. Nelle scorse edizioni si erano effettivamente toccati diversi temi che dividono l’opinione pubblica, ma mai si era avuto a che fare con un concorrente malato di depressione. E mai le reazioni dei concorrenti sono state così spietate.
In diverse occasioni Bellavia chiede agli altri concorrenti di tendergli la mano, dicendo: “da solo non ci riesco, ma in gruppo faremo un gran lavoro” e aggiungendo fiducioso che “se una persona ha bisogno, e gli altri 22 la aiutano, ce la farà e invece da solo è impossibile”.
E’ piuttosto chiaro quindi che il viaggio verso Itaca di Marco, la sua missione personale nel programma, è quella di riuscire raccontare la sua storia e la sua depressione con onestà intellettuale e, se possibile, lanciare un messaggio ben preciso a chi soffre: non siete soli. (Qui parliamo dell’importanza della salute mentale)
L’indifferenza degli altri concorrenti

Gli altri concorrenti non la pensano esattamente così. La lista dei concorrenti che non lo supportano è molto lunga e le frasi che gli rivolgono sono terrificanti come “vai alla neurodeliri”, “meriti di essere bullizzato” e anche “ma cosa siamo degli psicoanalisti? Ma allora vai in ospedale!”. Per non parlare del fatto che tra i bulli di Marco, pare ci sia una concorrente iscritta all’albo degli Psicologi che rischia (giustamente) di essere radiata.
Marco non sostiene, in tutti i sensi, le dinamiche che si sono create all’interno della casa e sceglie di abbandonare il reality. In seguito al suo abbandono vengono squalificati alcuni concorrenti che lo hanno bullizzato. In tutto ciò nemmeno tutti i bulli che si sono accaniti su di lui vengono squalificati. Questo anche perché altrimenti il cast si sarebbe drasticamente ridotto e palesi ragioni logistiche hanno avuto la meglio sull’etica.
Questa sorta di punizione però è insoddisfacente per due motivi: in primis perché non tutti i soggetti coinvolti sono stati squalificati. In seconda analisi perché si poteva fare di più. Proprio perché il programma consiste nella ripresa continuativa all’interno della casa, gli autori del GF sapevano benissimo cosa stava accadendo a Marco.
Il Grande Fratello ha peccato di omertà iniziale nel caso di Marco Bellavia
Perché non è stato preso del tempo per sensibilizzare di più, meglio, la situazione di Bellavia? Perché, non prendendo prima alcuna posizione, si è lasciato passare il messaggio che sia giusto isolare chi soffre di depressione?
Il programma ha sprecato un’occasione per rendere la malattia più democratica di tutte, la depressione, meno spaventosa. La depressione poteva essere spogliata dei suoi ingombranti tabù ed essere rivelata come quella che è: una malattia. Come molte altre. Come l’HIV che, giusto qualche puntata fa, nel programma è stata raccontata con dignità e puntualità. E la depressione, come ogni altra malattia, può essere discussa, capita, accettata.
Anche se Marco Bellavia non è stato tutelato noon tutto è perduto. Sta a noi. Si può essere telespettatori etici, e silenziosamente, fare un atto di protesta: cambiare canale.
Claudia Antonelli