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Cosa farebbe Mozart in discoteca

Se dovessi individuare un compositore con cui passare una serata in discoteca, sceglierei senza dubbio Wolfgang Amadeus Mozart: nato a Salisburgo nel 1756, come recita una canzone dello Zecchino d’Oro: «A Salisburgo, antica città,/ c’era una mamma e c’era un papà,/ ebbero un bimbo, che strano il suo pianto,/ più che lamento sembrava un bel canto!»

Sono in discoteca, ho perso le mie amiche e sono in fila per prendermi un drink: fa troppo caldo. All’improvviso vedo un ragazzo poco più grande di me, vestito in modo decisamente stravagante, che vaga sperduto nei dintorni del bar. Mi sembra di conoscerlo. Vengo folgorata da un’illuminazione, mentre nella mia mente risuona l’Eine kleine Nachtmusik. Non può essere, è morto da duecento trentatré anni! Mi avvicino e gli chiedo come si chiama.

«Amadeus, per servirla», fa una riverenza, «stavo tranquillamente ballando durante una festa a corte quando è diventato tutto buio e mi sono trovato qui, all’improvviso. Devo aver bevuto troppo».

Troppo stupita per quanto sta succedendo, lo trascino con me sulla pista da ballo.

Breve biografia di Mozart

Mozart bambino

Bambino prodigio, fin da piccolo dimostra le sue grandi doti e il padre Leopold lo porta in tutta Europa, insieme alla sorella Nannerl, in lunghe tournée di concerti. Amadeus inizia prestissimo a comporre ed è un esecutore sopraffino. Durante un viaggio che tocca tutte le principali città dell’epoca, ha modo di conoscere grandi compositori del tempo, come Johann Christian Bach, figlio di Johann Sebastian, che lo influenzano notevolmente nella sua prima fase compositiva.

Sono tre i viaggi che Mozart fa nella nostra Italia, da cui resta senza dubbio conquistato, come dimostra in seguito anche la sua celebre Trilogia italiana – Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte – di cui abbiamo già parlato nell’articolo dedicato all’opera.

Dopo un litigio con l’arcivescovo di Salisburgo, suo datore di lavoro, da lui accusato di essere avaro e ingiusto, presenta per iscritto le sue dimissioni, inizialmente rifiutate. Mozart non demorde e arriva a farsi cacciare “con un calcio nel culo”, per citare il giovane compositore, all’epoca appena venticinquenne.

Amadeus a Vienna

Nozze di Figaro 1786

Trasferitosi a Vienna nel 1781, si fidanza con Costanze Weber, che poi sposa, benché il padre non fosse per nulla d’accordo con queste nozze. Proprio a questo periodo risale la Trilogia, in collaborazione con il librettista Lorenzo Da Ponte, oltre ad altri capolavori mozartiani.

Forse provato dai lunghi viaggi a cui era stato sottoposto fin dalla tenera età, le sue condizioni di salute iniziano pian piano a peggiorare. All’ultimo anno di vita appartengono alcuni dei suoi più grandi capolavori: l’ultimo concerto per pianoforte in Sib maggiore, il concerto per clarinetto e orchestra K 622, Il flauto magico e il suo monumentale Requiem, rimasto incompiuto. Wolfgang Amadeus Mozart muore il 5 dicembre 1791 nella sua casa di Vienna e viene sepolto in una fossa comune. Intorno alla sua morte sono nate varie dicerie, tra cui quella di un possibile avvelenamento per mano di Antonio Salieri, passato alla storia come suo acerrimo rivale.

Perché Mozart potrebbe trovarsi bene in discoteca?

Amadeus era un burlone, ironico, scherzoso. Probabilmente un eterno fanciullo, sempre in conflitto con la figura del padre, che alla sua morte quasi disereda quel figlio sregolato. Il celebre film Amadeus di Miloš Forman ci mostra un ragazzo che ama amoreggiare con le donne, ballare e scherzare. Mozart amava la vita e le feste. Nel film Salieri resta molto deluso quando vede per la prima volta quel grande compositore che si rivela essere un ragazzino poco serio, dalla cui mente è tuttavia uscita della musica splendida.

Mozart nel film "Amadeus"
Immagine dal film “Amadeus”

Come reagirebbe se, catapultato nel 2023, lo portassimo in discoteca?

Probabilmente con stupore e con allegria. Si guarderebbe intorno, saltellando, gli occhi spalancati e la sua caratteristica capigliatura viennese. Me lo immagino ridere osservando con curiosità tutta la gente che lo circonda per poi concentrarsi sulla musica. Gli piacerebbe? Probabilmente la troverebbe molto diversa rispetto a quello che era abituato a sentire, ma non so se la criticherebbe.

Serata techno

«E quello chi è?» urla nel mio orecchio, mentre saltella a ritmo di musica.

«Quello è un deejay! Seleziona la musica per la serata, per creare la giusta atmosfera: vedi quella specie di tastiera che ha davanti a sé? La usa per unire più tracce musicali in modo da ottenere un unico flusso che possa piacere all’ascoltatore» gli spiego, cercando di farmi sentire circondata da quella musica assordante.

«Praticamente è come me! Si esibisce davanti a tante persone, mette…» non lo sento più.

Me lo perdo tra la folla. Nel corso della serata lo incrocio più volte, appartato con qualche bella fanciulla affascinata dal suo accento straniero e dalla sua stravaganza. Quasi a fine serata, quando finalmente ho recuperato le mie amiche, sento una musica vagamente familiare e alzo lo sguardo. Alla consolle del deejay c’è proprio il mio nuovo amico. Ha tolto la giubba rossa ed è in maniche di camicia.

Wolfgang Amadeus Mozart

«E quello chi è?» chiedono ora le persone intorno a me, mentre in sala si diffonde a tutto volume un remix del Rondo Alla Turca.

«Oh quello è Wolfgang Amadeus Mozart», rispondo. I pochi che mi sentono ridono, alcuni neanche riconoscono il nome. Sicuramente quello che sentono piace a tutti.

Io resto convinta del fatto che si divertirebbe da impazzire. E, probabilmente, si tingerebbe la parrucca.

Dora Strukan Garrone

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