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Parlamento Europeo: diritto alla riparazione e consumo sostenibile

Tempo fa girava in rete una frase tratta da un’intervista fatta ad una coppia di anziani che stava insieme da 65 anni: “Ma come avete fatto a rimanere insieme per tutto questo tempo…??” “Caro signore, ai nostri tempi le cose non si buttavano alla prima rottura, si aggiustavano.”

Già, i rapporti tra le persone si rompono, figuriamoci le cose… pensa te se addirittura sono state programmate per rompersi dopo un certo tempo! 

“Signora mia, costa più ripararlo che comprarlo nuovo…” 

E così milioni di apparecchi elettronici (i cosiddetti rifiuti Raee) finiscono buttati in discarica, magari in Africa o in India dove migliaia di persone si distruggono la vita pur di grattare dalle nostre schede elettroniche qualche grammo di metallo prezioso, utile per farne delle nuove cose che noi compriamo e che presto butteremo di nuovo… con la data di morte già programmata tramite qualche chip inserito chissà dove… Obsolescenza programmata, così si chiama, ne avrete sentito parlare. 

Beh, la buona notizia è che a qualcuno al Parlamento Europeo questa cosa non andava proprio giù e così è riuscito a far approvare una risoluzione: “Il diritto alla riparazione”.

… vi rendete conto? Finora questo diritto non l’avevamo! Non potevamo più riparare un nostro oggetto che non funzionava perché era impossibile da smontare, impossibile o troppo costoso trovare i pezzi di ricambio.

Diritto alla riparazione e lotta all’obsolescenza programmata

Mercoledì 25 novembre le cose hanno iniziato il loro lento cammino verso un cambiamento: con 395 voti favorevoli, 95 contrari e 207 astenuti, il Parlamento Europeo prevede prescrizioni chiare per le case produttrici: bisogna rimuovere gli ostacoli che impediscono la riparazione e il riutilizzo dei prodotti.

In termini pratici, la risoluzione prevede un’etichetta obbligatoria che indichi la durata di vita stimata e il grado di riparabilità di ogni elettrodomestico, computer, tablet, cellulare che andiamo ad acquistare. In base al punteggio che leggeremo sull’etichetta, saremo noi a decidere se vale la pena comprare un oggetto oppure no. Inoltre noi e i rivenditori potremo sapere i prezzi e la disponibilità dei ricambi, i tempi previsti di consegna e, soprattutto, come si fa a smontare e riparare ogni oggetto elettrico o elettronico che necessita di riparazione. Ora su queste linee guida dovrà lavorare la Commissione europea per renderle operative ma il primo passo è fatto e prima o poi diventeranno una legge europea. 

Finalmente avremo meno scarti, più riciclo, si faranno scelte di consumo sostenibili e verrà promossa una cultura del riutilizzo. Le cose rotte si aggiusteranno… 

… e gli amori in crisi? Il manuale per riparare un rapporto incrinato? La valutazione per sapere quanto durerà una storia d’amore? Al momento non si sa di nessuna risoluzione del Parlamento europeo… ci toccherà ancora arrangiarci da soli.

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