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Pesce d’aprile: le origini della giornata degli scherzi

Non ci sono certezze circa le origini di questa giornata, esistono diverse teorie, più o meno plausibili, sul perché proprio oggi sia “più lecito” burlarsi degli altri.

 

Come mai il 1° aprile?

La più accreditata tra le tante è quella secondo cui le origini risalirebbero addirittura al XVI secolo. Fino al 1582 era usanza di celebrare la fine dell’anno tra il 25 marzo ed il 1° aprile, giorno in cui vi era il culmine dei festeggiamenti. In quell’anno però ci fu la riforma di papa Gregorio XIII e, quando Carlo XI, in Francia, decise di adottare il nuovo calendario Gregoriano, il capodanno venne spostato al 1° gennaio. Nei tempi a seguire, coloro che non erano a favore della riforma, o semplicemente non riuscivano ad adeguarsi alla novità, continuavano a festeggiare il 1° aprile, venendo sbeffeggiati da chi invece aveva cambiato usanze, con scherzi di vario genere e con la consegna di – pacchi vuoti – per sottolineare l’obsolescenza. 

 

Come mai il pesce?

Perché si parli proprio di questo animale schivo e silenzioso però, ha a sua volta una spiegazione. L’allusione ai pesci che – abboccano all’amo – proprio come i bersagli degli scherzi cadono in trappola, è presto fatta. Ma non è l’unico spunto. Pare che ai tempi di Marco Antonio, durante una gara di pesca, egli volesse evitare il rischio di un’umiliazione. Chiese così ad uno schiavo di attaccare di nascosto le prede al suo amo. Cleopatra, la sua allora amante, scoperto l’inganno, decise di burlarsi di lui. Fece attaccare sì un grosso pesce all’amo, ma fatto di pelle di coccodrillo, quindi visibilmente finto. Uno scherzo rimasto senza dubbi nella storia!

 

Spostandoci nel tempo, trova spazio l’ipotesi che riguarderebbe il beato Bertrando di San Genesio, patriarca di Aquileia dal 1334 al 1350. Egli avrebbe liberato il papa soffocato in gola da una spina di pesce, per gratitudine il pontefice avrebbe decretato allora che ad Aquileia, il primo aprile, non si mangiasse pesce.

Secondo altri ancora, sarebbe da accomunare alle pesche primaverili del passato. Nei primi giorni di aprile, pare che i pescatori tornassero sempre a mani vuote, non trovando alcun pesce, e che quindi venissero presi in giro dai compaesani.

 

La giornata degli scherzi è in tutto il mondo

La giornata degli scherzi è una tradizione che appartiene a tutto il mondo, seppur con le dovute differenze.

In alcuni Paesi dura più di un giorno, in altri, si celebra in momenti diversi dell’anno. In altri ancora la data coincide, ma i festeggiamenti si riferiscono all’equinozio di primavera, quindi all’avvento della bella stagione, come ad esempio in India in cui si celebra, proprio in questi giorni, l’Holi induista: festa che è un tripudio di colori e spensieratezza.

 

In Italia invece, la festa è di recente adozione. Fu solo tra il 1860 ed il 1880 che a Genova sbarcò l’abitudine, di matrice francese, di fare scherzi. A partire dai ceti medio-alti, si diffuse poi in tutta la popolazione, e negli anni anche nel resto della Nazione.

Non in tutto il mondo però si parla di “pesce d’Aprile”. In Germania ad esempio, è chiamata semplicemente “Aprilscherz” (scherzo d’aprile). Nei paesi anglofoni, è detta “April fool’s day” (giornata dello sciocco d’aprile), termine che fa riferimento ai – fools – ovvero i giullari di corte, portando alla mente un’idea di allegria e divertimento.

Gli scozzesi lo chiamano “Gowkie day” (gowk=cuculo) riferendosi al fatto che nel secondo giorno dei festeggiamenti, è usanza attaccare alla schiena delle “vittime” un bigliettino con scritto – kick me – (dammi un calcio).

Ognuno attribuisce a questa ricorrenza un significato più o meno simile, certo è che tutti hanno bisogno di dedicare una giornata agli scherzi per ricordare quanto sia importante ridere! 

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