
Giugno è il Pride Month: il mese del pride. Durante questo periodo nelle piazze delle città di tutto il mondo si svolge la marcia dell’orgoglio LGBT. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su come questa festa può aiutare ad abbattere l’omotransfobia.

“Che significano tutte quelle lettere?”
Per chi non fa parte della comunità, l’acronimo LGBTQIA+ sembra impossibile da leggere e da ricordare. Bisogna riconoscere che di sigle per indicare questa comunità ne esistono molte e sono cambiate nel tempo. Questo è in realtà un tentativo di risolvere i problemi di inclusività che ci potrebbero essere anche all’interno dello stesso movimento.
Qua a fianco lasciamo il significato della sigla più comunemente utilizzata oggi, ma ce ne sono molte altre che includono pansessuali, demisessuali e gli “alleati“, persone eterosessuali e cisgender che prendono parte alla lotta della comunità LGBT.
Bandiere: ne vedrete di tutti i colori!
Così come per gli acronimi, anche le bandiere sono tante e cercano di diventare sempre più inclusive. La bandiera arcobaleno si è adattata e ora ha inglobato quella transgender, due strisce (una marrone e una nera) che stanno a simboleggiare le persone di colore e un triangolo giallo con un cerchio viola al centro per le persone intersessuali.

Torniamo però all’argomento principale: il gay pride
Come nasce?
A cavallo tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso, molti moti di protesta scossero gli Stati Uniti. Si protestava per i diritti civili, l’emancipazione delle donne, per i diritti delle persone di colore e contro la guerra in Vietnam. I poliziotti spesso intervenivano con arresti e pestaggi, fino a che, nella notte tra il 27 e il 28 Giugno 1969, non irruppero all’interno dello Stonewall Inn, un bar gay di Manhattan. Quella sera le persone presenti a quel bar si rivoltarono contro i poliziotti.
Per questo motivo giugno è il Pride Month.
Durante questo mese, oltre a festeggiare la diversità con la parata, si organizzano eventi, conferenze e dibattiti che sensibilizzino sul tema LGBTQIA+.

Perché il pride deve essere così appariscente?
Forse la domanda dovrebbe essere al contrario: perché non dovrebbe esserlo? Il gay pride è una festa, una celebrazione della lotta contro l’oppressione, non dovrebbe essere meno vistoso e colorato. Se ci fosse un dress code sarebbe noioso e opprimente.
Etero pride: no grazie!
Nonostante a qualcuno sia venuta in mente quest’idea, per fortuna ancora non è stata messa in pratica. Quando le persone eterosessuali saranno discriminate e uccise per il loro orientamento sessuale e quando essere eterosessuale diventerà illegale in qualche stato del mondo, allora potrà esistere un etero pride. Il gay pride non è solo per gli omosessuali, è per tutti coloro che sono coscienti dell’esistenza dell’omofobia e vogliono contrastarla.
Per concludere, qualunque sia il vostro orientamento, andate a festeggiare le vittorie della comunità LGBT nelle città di tutta Italia durante questo pride month.
Sara Borzaghi