
Nella costellazione delle professioni psicologiche esistono tanti termini che spesso, nel linguaggio comune, vengono confusi. Nella maggior parte dei casi questo accade a causa di una scarsa conoscenza della Psicologia, disciplina ancora molto bersagliata da disinformazione e false credenze.
Ma se Bill ha una missione nella vita, è quella di battersi per la verità, affinché il senso critico e l’intelligenza non passino mai di moda.
Eccoci quindi a spiegare le differenze tra i numerosi termini che iniziano con “PSI”… ma non sono tutti la stessa cosa.

Chi è lo Psicologo?
L’articolo 1 della legge 56/89 per l’Ordinamento della professione di psicologo definisce lo Psicologo come un professionista che usa “strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito.”
Un laureato in psicologia non è definibile come psicologo. Infatti, al fine di diventare uno psicologo abilitato è necessario effettuare un tirocinio e superare l’Esame di Stato:
- se si possiede una laurea magistrale o quinquennale del vecchio ordinamento e si è conseguito un tirocinio professionalizzante della durata di 12 mesi, una volta superato l’Esame di Stato si accede all’Albo A con il titolo di Psicologo;
- se si possiede una laurea nella classe L-24 – Scienze e tecniche psicologiche e si è conseguito un tirocinio professionalizzante della durata di 6 mesi, una volta superato l’Esame di Stato si accede all’Albo B con il titolo di Dottore in tecniche psicologiche.
Quest’ultima figura può operare in diversi contesti, da quelli sociali, organizzativi e del lavoro, a quelli dei servizi per la persona e per la comunità, lavorando in autonomia, in equipe o sotto la supervisione di uno psicologo, con aree di competenza che in alcuni casi si sovrappongono a quelle dello psicologo. Tuttavia, una delle differenze principali tra il Dottore in tecniche psicologiche e lo Psicologo è che solo lo Psicologo può accedere alle scuole di psicoterapia, così come regolamentato dalla legge.

Chi è lo Psicoterapeuta?
Siccome abbiamo accennato alle scuole di psicoterapia, parliamo ora dello psicoterapeuta.
Con un simpatico gioco di parole, potremmo affermare che tutti gli psicoterapeuti sono psicologi, ma non tutti gli psicologi sono psicoterapeuti.
Infatti, per diventare psicoterapeuta è necessario come prima cosa essere uno psicologo abilitato. Il titolo aggiuntivo di psicoterapeuta si ottiene frequentando una scuola di psicoterapia della durata di almeno 4 anni che sia riconosciuta dal MIUR ai sensi del Regolamento (D.M. 11 dicembre 1998 n. 509).
La scuola di psicoterapia prevede ulteriori tirocini e percorsi di supervisione da parte di psicoterapeuti più esperti. Le scuole di psicoterapia si distinguono in base all’approccio, ad esempio:
- cognitivo-comportamentale
- sistemico familiare
- psicoanalitico
Lo psicologo sceglierà la scuola di psicoterapia in base ai propri interessi ed inclinazioni.

Chi è lo Psicanalista?
Avendo nominato l’approccio psicoanalitico delle scuole di psicoterapia, cogliamo l’occasione per spiegare anche chi è lo psicanalista.
Nel linguaggio comune, si tende ad usare questa parola in modo generico per indicare tutte le professioni psicologiche. Avrete sentito sicuramente l’espressione “Non mi psicanalizzare” utilizzata per chiedere a qualcuno di “non impicciarsi troppo” andando a scavare a fondo e volendo scoprire le motivazioni psicologiche di determinati comportamenti.
In realtà, la psicanalisi è una branca specifica e non è assimilata all’intera psicologia. La psicanalisi è quel ramo che deriva dal lavoro e dagli studi del celebre Sigmund Freud e che si basa sull’interpretazione dell’interazione e dei conflitti tra i processi mentali inconsci.
Chi è lo Psichiatra?
Arriviamo ora allo psichiatra. La prima differenza fondamentale rispetto alle professioni descritte finora è che lo psichiatra è un medico, ovvero non è laureato in psicologia, ma in medicina e chirurgia con specializzazione in psichiatria.
In virtù di tale formazione, lo psichiatra può prescrivere farmaci e/o esami clinici. Ci si rivolge allo psichiatra per tutte quelle patologie che necessitano di un’assistenza farmacologica in quanto la terapia psicologica o psicoterapeutica si rivelano non efficaci se applicate singolarmente (assieme all’assunzione di farmaci è infatti sempre consigliato e necessario affiancare un supporto psicologico).

Come scegliere tra Psicologo, Psicoterapeuta e Psichiatra?
Se tu o un tuo caro sentite la necessità di rivolgervi ad un professionista della salute mentale, che abbiate una patologia o che abbiate semplicemente desiderio di parlare con uno specialista di un periodo difficile che state affrontando, il consiglio è di rivolgersi inizialmente ad uno psicologo.
Nel caso in cui non sia presente una patologia, ma ci sia bisogno di, ad esempio, fare chiarezza sui propri obiettivi di vita in un momento particolarmente complesso, lo psicologo può essere d’aiuto.
Se è presente una patologia diagnosticabile, con sintomi precisi e riconosciuti dal DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), allora può essere necessario rivolgersi ad uno psicoterapeuta.
Se è presente un disturbo resistente al solo trattamento psicoterapeutico, in questo caso l’intervento di uno psichiatra può rendersi utile.
Ma non preoccuparti: non dovrai essere tu a fare queste valutazioni. Rivolgendoti inizialmente ad uno psicologo, sarà lui/lei ad indirizzarti al professionista più adatto alla tua situazione.
Michela Formicone