
“In un momento difficile come questo, il settore (della musica) è stato duramente colpito da questa emergenza. Io credo fortemente nella responsabilità sociale degli artisti e quindi ci siamo uniti, adesso siamo in più di 70, e abbiamo deciso di istituire un fondo che potesse aiutare le maestranze di questo settore”.
Con queste parole, il 12 novembre scorso il rapper Fedez ha ufficialmente presentato sul palco del programma X – Factor Scena Unita – per i lavoratori della Musica e dello Spettacolo, un Fondo per i lavoratori della Musica e dello Spettacolo che sarà gestito da Cesvi, in collaborazione con La Musica Che Gira e Music Innovation Hub e patrocinato da Ministero per i beni e delle attività culturali e per il turismo.
La parola d'ordine è ripartire
Questa iniziativa nasce come risposta al profondo senso di impotenza che ha caratterizzato il lockdown dello scorso inverno e che ha visto la chiusura definitiva di molti live club, teatri, set e produzioni indipendenti e di spazi dedicati allo spettacolo. Con questo secondo stop c’è la possibilità concreta che l’intero settore crolli.
Numerose sono le società che hanno deciso di aderire all’iniziativa: brand, major, etichette discografiche indipendenti, agenzie di booking… ma soprattutto sono stati gli artisti in prima persona a voler supportare in modo diretto e concreto quei lavoratori senza i quali la loro arte non può vivere. E in sole due settimane hanno raccolto la bellezza di 2 milioni di euro.
Oltre a questo intervento mirato, Scena Unita strizza l’occhio al futuro, a “quando tutto questo sarà finito” e sarà possibile aprire un tavolo tecnico per ridefinire l’intera industria, sia dal punto di vista dell’inquadramento professionale con maggiori tutele per i lavoratori, sia dal punto del sostegno economico da parte dello Stato.
Chiunque potrà donare attraverso la piattaforma di crowdfunding ForFunding.it messa a disposizione da Intesa Sanpaolo.
In un periodo storico molto difficile per il paese e per i lavoratori, Scena Unita è esattamente l’iniziativa di cui abbiamo bisogno per non perdere la speranza, per rimboccarci le maniche e ripartire.
Per ascolta l'articolo, clicca qui