
Pochi giorni fa il noto periodico Vanity Fair ha annunciato sul proprio profilo Instagram l’uscita in edicola di un nuovo numero che inaugura una serie di tre servizi che ha fatto molto discutere.
Il numero di Vanity Fair
Il numero “incriminato” di Vanity Fair è il 38, uscito il 14 settembre 2022. Sulla copertina troviamo il volto di una giovane Regina Elisabetta con la bandiera britannica, per omaggiare il ricordo della sovrana. Come scrive il direttore Simone Marchetti, la copertina doveva essere dedicata a Robbie Williams. Ma le recenti vicende inglesi hanno portato Vanity Fair a modificare i piani previsti, lasciando spazio alla Regina e ad un lungo articolo in cui si propone un bilancio del suo operato.

Più o meno a metà del numero, nella sezione dedicata alla moda, troviamo il servizio di Anna Dello Russo, con foto di Giampaolo Sgura, intitolato “Chapter One”.
Ma il primo capitolo di cosa?
Quello che troviamo in questo numero di Vanity Fair è il primo di tre capitoli dedicati ai talenti che stanno cambiando il fashion system. Viene quindi preferito il termine di “talenti” rispetto a quello di “influencer”, sebbene tutte le persone scelte per questo servizio abbiano un grande seguito, e quindi anche un’influenza, sui social.
Infatti è forse stato scelto di utilizzare la definizione di “talenti” per allontanarsi da quell’accezione vagamente negativa attribuita all’appellativo “influencer”. Gli influencer sono spesso accostati infatti ad una comunicazione fatta di tanta immagine e poco contenuto.
Ma Vanity Fair ha identificato questi “talenti” per specifici motivi.
Le motivazioni di Vanity Fair
Le parole di Simone Marchetti introducono questo servizio e spiegano cosa ha portato su Vanity Fair questi volti. Il primo aspetto è eliminare il concetto di convenzioni. Questi sono talenti non convenzionali, post-digitali, che appartengono una comunità fluida, dove ognuno può esprimere se stesso. Non ci sono differenze di genere, età, colore della pelle o abilità fisiche. Tutti hanno a modo loro la capacità di farci riflettere su tematiche che a volte nemmeno consideriamo.
Un’altra motivazione alla base della scelta di questi talenti è che rappresentano una “fuga di cervelli al contrario”. Il loro lavoro si svolge prevalentemente in Italia o chi, di loro, è all’estero, torna spesso in Italia.
Chi sono i talenti/influencer scelti da Vanity Fair?
Per questo Chapter One Vanity Fair ha individuato 18 volti:
- Aya Mohamed, studentessa di 25 anni che fa del velo la propria identità.
- La Ghey, con le sue beneducate e anonime frivolezze.
- Johnathan Bazzi, scrittore di 37 anni.
- Charity Dago, 36 anni, fondatrice di un’agenzia di management di artisti afrodiscendenti.
- Marina Cuollo, 41 anni, scrittrice e divulgatrice sul tema della disabilità.
- Tiffany Hsu, 40 anni, Vice President Fashion Buying di MyTheresa.
- Giulia Torelli, professional organizer, 35 anni.
- Ludovica Sauer, modella di 41 anni.
- Nina Rima, 22 anni, che si definisce una modella bionica.
- Elisa Esposito, nota sui social come “la Prof del corsivo”, 20 anni.
- Tasnim Ali, attivista e scrittrice di 23 anni.
- Ginevra Mavilla, creator digitale di 20 anni.
- Valeria Fonte, 24 anni, attivista femminista.
- Rossella Migliaccio, autrice di Armocromia, 42 anni.
- Ilaria Gaspari, filosofa di 36 anni.
- Federica Scagnetti, studentessa e creator digitale, 19 anni.
- Camilla Boniardi, content creator di 32 anni.
- Cristina Marino, attrice di 31 anni.
Le foto dei diversi soggetti sono tutte a piena pagina, in bianco e nero o a colori. Ognuna reca una breve citazione di ciascun influencer/talento, assieme alla didascalia con le informazioni sugli abiti e accessori indossati.

Le discussioni sulla scelta dei soggetti
Da quando è uscita la notizia di questo servizio, sul web si sono scatenate discussioni di ogni tipo. Post, video e commenti che criticano Vanity Fair non solo per la scelta di alcuni soggetti, ma anche per lo styling. Altre contestazioni si riferiscono alla definizione di queste persone come “rivoluzionarie del fashion system”: alcune di loro, in realtà, non appartengono al mondo della moda. Sarebbe stato più adeguato, forse, definirle in generale come talenti digitali.
Per quanto riguarda il primo punto, la scelta dei soggetti, le critiche sul web hanno interessato principalmente la figura di Elisa Esposito. Elisa Esposito è diventata famosa sui social, specialmente TikTok, presentandosi come “la Prof del corsivo”. Per chi non sapesse di cosa sto parlando, il “corsivo” è un modo di parlare (no, non c’entra con la scrittura), che esaspera alcune cadenze dell’accento milanese. È diventato fortemente di tendenza tra i giovani della Generazione Z. Accostare l’appellativo di “talento” ad Elisa Esposito ha fatto storcere il naso a non poche persone. In effetti, i suoi contenuti non trasmettono un messaggio profondo, né mostrano abilità speciali. Allo stesso tempo, però, ricordiamoci che nessuno prima di lei aveva diffuso simili contenuti. Ha saputo sfruttare l’onda di un trend, il che le ha permesso di arrivare ad oltre 1 milione di follower e di apparire anche in televisione. Saremmo davvero tutti in grado di farlo?

Le discussioni sullo styling
Venendo allo styling, ha fatto discutere molto quello di Federica Scagnetti. Per chi non la conoscesse, Federica Scagnetti condivide con la sua community di oltre 2,5 milioni di follower la sua quotidianità, in modo semplice e genuino, come se parlasse ad un amico. La sua spontaneità è ciò che le ha permesso di essere immortalata in questo servizio di Vanity Fair. Le critiche principali si concentrano sul make-up e sul trucco scelti per lei, che non la valorizzano e le regalano degli anni in più. La questione della “poca valorizzazione” riguarda però anche altri soggetti del servizio. La community dei social ha infatti riconosciuto questi influencer/talenti e, conoscendoli bene, sa anche che la loro bellezza non è stata esaltata sempre al meglio.
E ora non ci resta che attendere i prossimi due capitoli!
Michela Formicone