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Quando il tuo unico azionista ora è il Pianeta: il caso Patagonia

I soldi fanno la felicità? Evidentemente no, o almeno non per l’imprenditore americano Yvon Chouinard. Lo scorso 15 settembre, infatti, il miliardario ha donato i profitti della rinomata azienda Patagonia ad una associazione no profit che combatte il cambiamento climatico.

Riavvolgiamo il nastro… anzi la corda!

Yvon Chouinard

Yvon ha manifestato la sua passione per l’arrampicata fin dalla gioventù, un amore così grande che lo ha portato a partecipare alla scalata dello Yosemite negli anni Sessanta.

L’imprenditore, non ancora ventenne, ha imparato da autodidatta il mestiere del fabbro per il gusto di creare, prima per sé, e poi per essere commercializzati, dei chiodi in acciaio da arrampicata, ricavandoli da una vecchia lama di una mietitrice. Un’inventiva senza paragoni.

Successivamente, nel 1963, Yvon mise in piedi una società con un altro giovane imprenditore, Tom Frost, e insieme la chiamarono Chouinard Equipment.

Durante i nove anni in cui Frost e Chouinard furono soci, riprogettarono e migliorarono quasi tutti gli attrezzi da arrampicata conosciuti, con l’obiettivo di renderli più forti, leggeri, semplici e funzionali. In quel periodo il “merchandising” era inesistente, nessun negozio, magazzino, e figuriamoci campagne marketing, niente di niente.

Yvon e Tom

Ebbene, solo qualche anno dopo, la Chouinard Equipment divenne il più grande fornitore di ferramenta per arrampicata e alpinismo negli Stati Uniti. Non male per due ragazzi che vendevano la loro merce nel portabagagli dell’auto!

La nascita di Patagonia

L’idea di fondare una nuova linea di abbigliamento tecnico da montagna nacque durante un viaggio in Scozia, in cui Chouinard fece scorta di alcuni lotti di magliette da rugby. Scelse questo modello di maglia perché notò che con quel tipo di colletto l’imbracatura da arrampicata non doleva al collo; fu così che al suo rientro riuscì, grazie al suo spirito da grande imprenditore, a vendere tutte le magliette acquistate.

Da questo modesto inizio, l’azienda Patagonia si è sviluppata producendo una vasta gamma di capi di abbigliamento tecnico e resistente, ma anche attrezzature come zaini, sacchi a pelo e cibo da campeggio, riuscendo a cavalcare fin da subito l’onda del successo. Ve l’ho detto che Yvon è anche un appassionato di surf?

L’animo ambientalista di Chouinard allora…

Potremmo definire Yvon come un “avanguardista green”: il profondo amore che nutriva nei confronti della natura e del Pianeta lo ha portato ad innovare i suoi prodotti per renderli più sostenibili e rispettosi del paesaggio.  

Infatti, il primo prototipo di chiodi da arrampicata lasciava piccoli solchi nelle rocce dello Yosemite, deturpando la parete rocciosa in maniera irrimediabile. In accordo col socio Tom, si decise di interromperne la produzione per poterli reintegrare nel mercato con l’uso di altro materiale che non procurasse danni all’ambiente. Arriveranno poco tempo dopo i dadi Hexentrics e Stoppers in alluminio, ciò diede inizio al nuovo concetto di “arrampicata pulita”.

L’importante non è scalare la montagna, quello sono capaci tutti, più o meno. L’importante è il come la si scala: rispettare l’ambiente e lasciare il percorso, una volta conclusa la discesa, esattamente nelle stesse condizioni in cui lo si è trovato.

Yvon Chouinard

ma quindi cos’è il caso Patagonia?

Yvon Chouinard

L’azienda è attiva sul campo della lotta contro lo sfruttamento e l’inquinamento del Pianeta. Numerose sono le campagne sociali che vengono finanziate dalla società, come si può notare sull’area dedicata Patagonia Action Works di facilissimo accesso dalla pagina principale. Dal sito è possibile informarsi sulla loro impronta ecologica, fare donazioni e persino leggere storie di attivismo ambientale da tutto il mondo.

Patagonia, inoltre, impegna l’1% delle sue vendite totali a gruppi ecologisti, attraverso One Percent for the Planet, poi nel 2011 è diventata una Certified B Corporation, e ancora, dal 2017, gli articoli e le attrezzature in buone condizioni possono essere restituiti per nuovi crediti merce, per essere poi puliti, riparati e venduti sul sito web “Worn Wear“.

Insomma, ci sarebbero tante altre bellissime e verdissime informazioni da riportarvi, ma devo passare alla…

Ultima scalata, o forse no!

Yvon Chouinard non è mai stato un imprenditore tradizionale, questo lo abbiamo capito, così, mezzo secolo dopo aver creato il suo gioiello Patagonia, ha deciso di cederlo per un bene superiore.

Vi riporto le parole di Chouinard stesso:

“Sono passati quasi 50 anni da quando abbiamo fondato Patagonia e abbiamo iniziato il nostro esperimento di business responsabile, ma siamo solo all’inizio. Se vogliamo sperare di avere un pianeta vivo e prospero, e non solo un’azienda viva e prospera tra 50 anni, è necessario che tutti noi facciamo il possibile con le risorse che abbiamo. Questo è un nuovo modo che abbiamo trovato per fare la nostra parte.

Invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in profitti per gli investitori, useremo la prosperità generata da Patagonia per proteggere la vera fonte di ogni ricchezza. Ogni anno i profitti dell’azienda, una volta reinvestiti internamente, verranno ridistribuiti sotto forma di dividendi, e contribuiranno alla lotta contro la crisi climatica.

Nonostante la sua immensità, la Terra non ha risorse infinite ed è chiaro che abbiamo superato i suoi limiti. Ma il nostro Pianeta è anche resiliente. Se ci impegniamo, possiamo ancora salvarlo.”

Caterina La Marca

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